"Sunshine", testo di William Mastrosimone tradotto, adattato e diretto da Giorgio Albertazzi.
Gli interpreti sono Benedicta Boccoli e Sebastiano Somma.
Gli interpreti sono Benedicta Boccoli e Sebastiano Somma.
Lo spettacolo è prodotto da Sabrina Ferilli.
"Sunshine" è un racconto postmoderno, che narra di un incontro bizzarro con una giovane donna da salvare e redimere, la dolcissima Benedicta.
Sullo sfondo Genova, città di porto, città di arrivi e partenze, con la sua anima mesta e restia. C'è anche un uomo misterisoso che non vuole scivolare nel mondo di Sunshine, borderline.
Spietate crudeltà ed intime tenerezze convivono nella messa in scena in cui le opportunità comiche fanno da contrappunto a una partitura dolorosa ed aspra, grazie alla rilettura del Maestro Giorgio Albertazzi.
Sunshine è un testo senz´altro trasgressivo, ma anche delicato.
Con queste pagine William Mastrosimone ha calibrato una favola postmoderna e fa centro.
I due personaggi tra provocazioni e insulti, promesse e paure s´inseguono e nasce un rapporto dopo una conoscenza per caso tra un uomo e una donna.
Si scopre la fragilità di un uomo dallo sguardo di lupo, un moderno Ulisse, che ha voglia di riconquistare soltanto la sua tana e lo sguardo intimorito, ma abile, di Sunshine lo scruta con un candore nettamente irresistibile.
Si colpiscono a vicenda e senza pietà.
L´arte sottile della seduzione ispira una sapiente regia.
Questo testo vive nel gioco sottile e prezioso delle parti e nell´osservare un uomo e una donna guardarsi, amarsi, temersi, rincorrersi, ferirsi, cercarsi.
E´ la vita stessa a guidarci: gli occhi di un uomo che guardano una donna che si tratti di una ballerina del desiderio o della persona sedutaci accanto su un autobus.
Due anime in zona-amore che giocano all´eros.
Le scene sono di Alessandro Chiti, che ha trovato un modo nuovo per illustrare i luoghi del racconto, sue sono state, infatti, anche le scene della versione del 1992.
"Sunshine" è un racconto postmoderno, che narra di un incontro bizzarro con una giovane donna da salvare e redimere, la dolcissima Benedicta.
Sullo sfondo Genova, città di porto, città di arrivi e partenze, con la sua anima mesta e restia. C'è anche un uomo misterisoso che non vuole scivolare nel mondo di Sunshine, borderline.
Spietate crudeltà ed intime tenerezze convivono nella messa in scena in cui le opportunità comiche fanno da contrappunto a una partitura dolorosa ed aspra, grazie alla rilettura del Maestro Giorgio Albertazzi.
Sunshine è un testo senz´altro trasgressivo, ma anche delicato.
Con queste pagine William Mastrosimone ha calibrato una favola postmoderna e fa centro.
I due personaggi tra provocazioni e insulti, promesse e paure s´inseguono e nasce un rapporto dopo una conoscenza per caso tra un uomo e una donna.
Si scopre la fragilità di un uomo dallo sguardo di lupo, un moderno Ulisse, che ha voglia di riconquistare soltanto la sua tana e lo sguardo intimorito, ma abile, di Sunshine lo scruta con un candore nettamente irresistibile.
Si colpiscono a vicenda e senza pietà.
L´arte sottile della seduzione ispira una sapiente regia.
Questo testo vive nel gioco sottile e prezioso delle parti e nell´osservare un uomo e una donna guardarsi, amarsi, temersi, rincorrersi, ferirsi, cercarsi.
E´ la vita stessa a guidarci: gli occhi di un uomo che guardano una donna che si tratti di una ballerina del desiderio o della persona sedutaci accanto su un autobus.
Due anime in zona-amore che giocano all´eros.
Le scene sono di Alessandro Chiti, che ha trovato un modo nuovo per illustrare i luoghi del racconto, sue sono state, infatti, anche le scene della versione del 1992.